Paolo Caridi, l’ex capostazione burlone che preferisce gli aerei ai treni

Fece il capostazione per caso, ma avrebbe potuto fare molto altro. In effetti molto altro fece. Paolo Caridi, detto Paolino, è uomo di straordinaria simpatia e si porta bene i suoi 85 anni. Chi ha avuto a che fare con lui ricorda il chiacchierone sempre scherzoso, sempre indaffarato, perennemente preso da mille impegni e questioni,  tutte per lui interessanti.

Paolino Caridi

Di mestiere cominciò come operaio, fu uno dei ruspisti che spianarono quel grande terreno dove alla metà degli anni Sessanta il sindaco Corrado Cimino fece realizzare il campo di calcio. Un compito che ricorda ancora oggi con grande piacere, come una delle cose più belle fatte in questo paese, dove ha conosciuto e sposato Carmela Fazzalari, mettendovi radici per sempre.

Anni dopo partecipò a un concorso nelle ferrovie calabro lucane, lo vinse e fu assunto. Pian Piano divenne addirittura capostazione. E in cuor suo un pò ci soffrì, perchè in realtà fosse stato per lui avrebbe tentato la via dell’aeronautica, perchè gli aerei sono sempre stati la sua grande passione, ma al suo tempo quello era un sogno davvero irraggiungibile, così si accontentò dei treni.  

Paolo Caridi e la moglie Carmela

                                             Paolo è nato a Reggio Calabria e a Cinquefrondi ha trovato una seconda patria. Si è trovato così bene e si è integrato così a fondo nell’anima cinquefrondese, che è difficile pensare sia uno venuto da fuori. A Cinquefrondi Paolo  è legatissimo, e soffre tanto per non poter andare in giro come una volta a incontrare le persone, a scherzare con i suoi giochi di parole e doppi sensi; oggi esce sempre meno di casa, l’età è quel che è, gli acciacchi pure.

Nel 1965 Caridi partecipa ai lavori per la realizzazione del campo sportivo

Molti anni fa preso dal furore comunicativo decise di darsi all’attività editoriale, curò e fece stampare a sue spese un opuscolo intitolato significativamnte ‘Aria di Cinquefrondi’, destinato ai concittadini emigrati, che lui peraltro nemmeno conosceva. 

Era un volumetto con un suo scritto e fotografie di processioni e vedute del paese, aveva l’obbiettivo gentile di fare compagnia ai cinquefrondesi emigrati, da molti anni assenti dal nostro paese, e quindi costretti a stare lontano dalle nostre belle tradizioni. Caridi pensò di scrivere e pubblicare quel libretto per farne loro omaggio. Fatto singolare: Paolo mai si era occupato in vita sua di scrittura o di informazione. Ma gli dispiaceva, proprio così, gli dispiaceva, che quelli che vivono lontano non potessero partecipare, apprezzare e gustare dal vivo tutte quelle belle cose che rendono la vita del paese affettuosa e sempre piacevole, con i riti sempre uguali che si ripetono, processioni sempre le stesse, un rinnovarsi degli eventi cittadini, che è anche rassicurante e  tiene legati e uniti gli uni con gli altri nella nostra comunità cittadina. Proprio in tempo di covid e di lockdown tutti abbiamo sperimentato il senso di vuoto provocato dal blocco delle tradizioni popolari. Anche ai non credenti e agli agnostici sono mancati l’Affruntata e la processione dei misteri e dell’Addolorata, perchè fanno parte del paese così come la piazza e la torretta, il municipio e tutto il resto.

Paolino Caridi già molti anni fa dunque provò a calarsi nei panni di chi questo vuoto, a causa dell’emigrazione, lo avverte da sempre, e quindi pensò di fare un gesto speciale, così distribuì e spedì tante copie di quell’opuscolo in giro per il mondo, senza curarsi di doverlo fare a spese sue.  

Paolo Caridi ai comandi di un aereo leggero.

Paolino, come spesso lo chiamano gli amici, è sempre stato un uomo generoso e libero, e anche imprevedibile; non ha mai fatto mancare il suo aiuto a chi glielo chiedeva, memore della sua infanzia abbastanza povera, e consapevole che solo i legami positivi elevano l’esistenza di ciascuno. E infatti intorno a sé  ha sempre creato un clima allegro e cordiale, non senza la complicità del suo continuo scherzare e fare battute su tutto, spesso esagerando. A cena o a passeggio con lui era ed è difficile parlare seriamente, perché la sua giocosità è davvero contagiosa e inarrestabile. 

Ho detto del libretto con le foto di Cinquefrondi, vorrei dire qualcos’altro sul suo legame con il paese: ricordo moltissimi anni fa, in un periodo di comune impegno nella vita pubblica cittadina, il suo continuo proporre idee per migliorare la vita di Cinquefrondi. Diceva: lì si potrebbe fare una strada, qui si potrebbe spianare per creare una piccola piazza, laggiù si potrebbe creare una zona per far sorgere qualche fabbrica, là un ponte, quelle case vecchie si potrebbero buttar giù, insomma le sue ipotesi erano continue, a volte fantasiose e impossibili, altre volte erano ottime, tutte erano tipiche di uno che conosce ogni angolo del paese e che del paese è innamorato.                 

Una tipica espressione goliardica di Paolo Caridi in occasione di una festa di compleano

Nel 1983 in occasione di una campagna elettorale alla quale ero candidato, Paolino si offrì di aiutarmi nella ricerca dei voti. Con lui girammo per case e contrade, come si fa ancora oggi, a incontrare i concittadini e chiedere il voto. Un’esperienza indimenticabile, non a caso fu la mia prima e anche ultima candidatura. La cosa che più mi colpì in quei giorni fu l’affettuosità sincera con cui tutti accoglievano e salutavano Paolino quando bussavamo alla loro porta, anche quelli che dicevano che non ci avrebbero votato. Non c’era niente di formale, ognuno per un motivo diverso gli era grato di qualcosa, un favore con la burocrazia reggina, un passaggio in macchina, una visita in ospedale, una semplice amicizia fra paesani. 

in questa foto di moltissimi anni fa, Caridi è il primo da sinistra, durante una festa in parrocchia; accanto a lui Antonio Proto, poi il parroco del tempo don Antonio Ritorto e l’autore di questo scritto; il bambino è  Giovanni Pepè

Paolino aveva intorno a sè una fitta rete di buone relazioni, tantissime persone gli volevano bene. Un anziano contadino, Luigi Spanò, andammo a disturbarlo mentre lavorava in campagna nella zona dietro al campo sportivo. Quell’uomo mite, un gran lavoratore a giudicare dalle sue mani martoriate, e dal passo pesante, gli fece tante feste e disse che mi avrebbe certamente votato, aggiungendo sorridente “anche se a questo giovanotto non lo conosco”.  Provai imbarazzo e sulla via del ritorno chiesi a Paolino come mai quell’accoglienza e disponibilità, forse gli doveva qualcosa; oppure erano magari parenti. Né l’uno né l’altro. Caridi andava a trovare il signor Luigi ogni tanto nella sua campagna e si facevano lunghe chiacchierate.  Ne era nato un bel rapporto, da tempo. Il contadino silenzioso e umile era grato a Paolino di quell’amicizia semplice e disinteressata e la ricambiava con tutto il cuore, e non gli dispiaceva votare per un amico del suo amico. Anche tra me e il signor Luigi dopo quell’episodio nacque una reciproca simpatia, mi piaceva quel contadino dal sapore antico, che camminava lentamente, portandosi sulle spalle la stanchezza di una vita di duro lavoro in campagna; ogni volta che ci incontravamo per strada ci fermavamo sempre a chiacchierare un pò.

Caridi all’aeroclub di Reggio Calabria

Ho parlato della campagna elettorale, quindi devo aggiungere che Caridi era un accanito militante democristiano, amava la Dc ma da uomo di mondo ne conosceva tutti i difetti e lo irritavano quei personaggi della regione o di livello nazionale che ogni tanto finivano sui giornali per qualche malefatta, gettando ombre sul partito. Perciò la sua militanza era diciamo così irregolare, ogni tanto spariva, polemizzava, poi si riavvicinava. Quando c’erano le votazioni però era sempre disponibile. In alcune occasioni fece anche dei brevi comizi, di suo era un sostenitore acceso dell’avv. Raschellà per molti anni leader Dc del paese e anche sindaco per due mandati. 

Paolino ha trasmesso la sua grande passione per la politica alla figlia Maria, attualmente consigliera al Comune di Cinquefrondi e l’anno scorso candidata al Consiglio Regionale nella lista di Forza Italia, ma non eletta nonostante una discreta affermazione personale.

Paolo Caridi con moglie e figli

 

Nella vita ‘normale’ Paolino Caridi faceva il capostazione e  insieme con Carmelino Pisano per lunghissimo tempo ha governato la stazione delle ferrovie Calabro-Lucane di Cinquefrondi. Ho sempre avuto l’impressione che quell’incarico gli stesse stretto.

Caridi ama gli spazi aperti e il volo, fece pure un corso per prendere il brevetto di pilota di aerei leggeri a Reggio Calabria, e spesso durante le esercitazioni amava volteggiare sul paese; da giovane fece anche il paracadutista, attività invero un pò pericolosa, che smise solo con l’avanzare dell’ età e su pressione della moglie, spaventata da quell’insolito hobby. 

Paolo Caridi giovane con l’imbracatura del paracadute

Tanta era la sua passione per aerei e paracadutisti che in due occasioni Paolino offrì a Cinquefrondi (dico offrì, perché fece tutto lui gratis, per il gusto di farlo) due eventi eccezionali che non si sono mai più ripetuti. 

Nel primo evento,  nel 1984,  propose ai concittadini uno show con gli aeromodelli telecomandati. Nella zona sud del paese dove erano ancora in corso i lavori per la superstrada (all’altezza dell’attuale centro commerciale) si radunò una folla per assistere alle acrobazie di questi piccoli aerei gestiti via radio. Spettacolo unico e indimenticabile, e pure pericoloso, con quei piccoli missili che volavano sulla testa dei presenti.

Nel secondo caso, era il 1990, concordò con l’associazione dei paracadutisti di Reggio Calabria di cui faceva parte, una dimostrazione di lanci e acrobazie  sul campo sportivo di Cinquefrondi. Quel giorno il nostro paese ospitò dunque un insolito spettacolo, i  paracadutisti si lanciavano dall’aereo in alta quota e, dopo aver compiuto le loro evoluzioni in aria, andavano a posarsi nel cerchio del centrocampo. Grandi applausi partivano dal pubblico assiepato sulla tribuna e in gradinata ogni volta che uno di quei giovanotti toccava terra. 

 Perché  Caridi organizzò tutto questo ? per un secondo fine ? no, niente del genere, anzi quasi certamente ci rimise pure dei soldi di tasca propria per qualche rimborso spese e un piccolo buffet per i paracadutisti. Semplicemente a Paolo piaceva fare qualcosa di bello, di innovativo, che fosse apprezzato dalla sua gente, aiutato in questo anche dal suo temperamento di uomo allegro al quale piaceva tantissimo stupire il prossimo. 

Paolino Caridi, dopo tanti impegni e tanto lavoro, ora si gode il meritato riposo nella sua casa in vetta al paese, ammira il panorama, si tiene informato su quello che accade a Cinquefrondi; sicuramente gli mancano i giorni nei quali correva da una parte all’altra indaffarato, polemizzando scherzosamente con questo e con quello. Ma c’è un tempo per tutto, grande Paolino, amico di tutti.


Le foto di questo articolo sono dell’Archivio Storico Tropeano e di Mario Albanese

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