In occasione del giorno di commemorazione dei nostri cari defunti vi proponiamo una delle poesie meno note di Pasquale Creazzo, intitolata appunto ‘Due novembre’. Questa lirica benchè poco conosciuta è anche fra le più profonde umanamente del poeta cinquefrondese.
Creazzo ripropone in versi struggenti che sembrano un video, il dolore e il pianto di ciascuno verso i propri cari che non ci sono più, il ricordo di persone amate e con esse le parole e i gesti mancati, immortala con i suoi versi nella nostra lingua cittadina segni e movenze diffusi al cimitero in questo giorno particolare.
Il poeta poi rimarca un concetto elementare, spesso poco considerato, e cioè che davanti alla morte siamo tutti uguali; Creazzo, col suo modo sempre arguto e ironico, sottolinea anche l’inutilità di certi affanni al pensiero, e all’obbligo per tutti, talvolta dimenticato, del supremo passaggio in un’altra vita, che tutto ridimensiona: patruni e servi tutti s’anno di mpurriri.
Versi bellissimi, da leggere d’un fiato.
Due novembre, poesia di Pasquale Creazzo (clicca qui per leggere la poesia)
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