Franco Sergio, il partigiano di Cinquefrondi giustiziato nel giorno di San Valentino

 Nacque a Cinquefrondi nel giorno di Natale del 1919, morì ad appena 25 anni di età il giorno di San Valentino del 1945 a Serravalle Langhe in Piemonte. E' seppellito a Maropati, ed ogni anno la sua memoria viene omaggiata dai familiari e dal sindaco di quel Comune. Lo sarà anche domani 25 aprile.

Stiamo parlando di Franco Sergio, detto Alioscia. Fu partigiano e molte altre cose, prima e dopo quella scelta di campo che gli costò la vita, tramite la fucilazione. Franco nacque in una casa a pochi passi dalla chiesa del Carmine e fin da piccolo ebbe una vita difficile, perse infatti la madre ad appena due anni di età. Non fece in tempo a elaborare il trauma, che il padre si risposò con un'altra donna, e dopo qualche tempo tutti andarono a vivere a Maropati.  


Ad appena 21 anni di età, poco dopo l'entrata  dell'Italia in guerra (è il 1940)  il giovane cinquefrondese, ardente patriota, decide di arruolarsi e parte volontario nell'esercito. Viene destinato a una caserma di Casale Monferrato in Piemonte.  E da lì dopo un breve periodo di addestramento militare, viene spedito a combattere in Libia. 

Dopo l’8 settembre del 1943, con l'Italia e le sue forze armate in pieno caos, Franco Sergio  si trovò a dover decidere se aderire all’esercito della Repubblica di Salò, costituita da Benito Mussolini nel tentativo di salvare il fascismo oppure ritornarsene a casa a Maropati. Lui scelse una terza via, cioè aderì alle formazioni partigiane che operavano in Piemonte. Una scelta di campo netta e decisiva, che due anni dopo gli costerà la vita. 


Fra i partigiani, il giovane ex soldato cinquefrondese entrò a far parte della VI Brigata Garibaldi e, come tanti a quel tempo, prese un nome di battaglia, lui scelse quello di 'Alioscia', nome di origine russa, probabilmente diminutivo di Aleksey. 

'Alioscia' Franco operò con la 'Garibaldi' per oltre un anno svolgendo compiti abbastanza pericolosi, come quello di staffetta partigiana assiema a Tersilla Fenoglio, una giovanissima partigiana cattolica diventata popolarissima con il soprannome di “Trottolina”. La mitologica signorina di Serravalle Langhe in uno dei suoi scritti ricorda così il giovane Alioscia: "Un ex repubblichino, un calabrese, Alioscia, che poi cadde prigioniero dei fascisti e venne fucilato, mi diceva sempre: "Questa è una famiglia, e tu sei la nostra sorellina". 

due compirono tante operazioni assieme. Poi un bel giorno le cose girarono per il verso storto: a inizio 1945 mentre infuriava la battaglia nelle Langhe tra i partigiani e i nazifascisti in ritirata, Alioscia fu infatti arrestato. Era il 13 febbraio. Il giovane cinquefrondese fu beccato mentre si recava, armato, a una riunione di partigiani nei pressi di Serravalle Langhe. Sergio fu condotto presso il Municipio dove fu torturato dai fascisti nel tentativo di estorcergli i nomi e le località di riunione dei suoi compagni. Ma lui tenne duro e non rispose. Quando fu chiaro che ogni tenttivo di farlo parlare non avrebbe portato a nulla, quelli decisero di ucciderlo. 

Franco Sergio, partigiano nato a Cinquefrondi, poi vissuto a Maropati, fu fucilato il 14 febbraio del 1945 davanti all'ingresso del  cimitero di Serravalle Langhe, in provincia di Cuneo. Dal  1981 i suoi resti giacciono nel cimitero di Maropati in un sito denominato  'Memoria degli eroi' dove riposano anche gli scrittori Fortunato Seminara e Antonio Piromalli, grandi personalità della storia maropatese. 


 "E’ stato un giovane del sud, un combattente per la libertà, un eroe di altri tempi, un caduto assieme a tanti altri giovani per liberare L’Italia dall’occupazione nazista e per la nascita di un paese Democratico e Repubblicano": così l'ha definito l'ex sindacalista della Cgil Aldo Polisena, cinquefrondese, e parente acquisito di Franco Sergio per via della moglie. Polisena e gli altri familiari del partigiano fucilato nel 1945 da lungo tempo hanno creato un'associazione per  tenere viva la memoria del loro caro, una persona che ha pagato con la vita la scelta di un ideale e la decisione di non tradire i compagni. "Un giovane meridionale che ha avuto una vita difficile, come la perdita prematura della madre, che aveva rifiutato di indossare la camicia nera dei repubblichini di Salò e che aveva trovato nei Partigiani delle VI Brigata Garibaldi, la sua famiglia e nella staffetta Trottolina la sua sorellina" ha aggiunto Polisena.

“Un nostro concittadino -ha ricordato il 14 febbrao scorso il vicesindaco di Maropati, Andrea Ferrantino- di cui noi andiamo orgogliosi e che, a soli 25 anni, ha perso la propria vita per non tradire i compagni partigiani in un paese lontano da Maropati oltre un migliaio di chilometri”. 


A Franco Sergio è stato dedicato un libro, scritto alcuni anni fa da Polisena, e ogni anno nel'anniversario della fucilazione al cimitero di Maropati si tiene una cerimonia in ricordo dell'ex partigiano. 

Ora a Sergio sarà dedicata anche un'opera teatrale che verrà rappresentata nei palcoscenici della Calabria. Lo ha annunciato Antonio Tropepi il 14 febbraio scorso in occasione dell'omaggio al cimitero di Maropati nel 77mo anniversario della morte del partigiano di origine cinquefrondese. Tropepi,  responsabile della Compagnia del teatro stabile A. Milardi di Polistena, spiegò: "abbiamo deciso, insieme con i familiari di Franco Sergio  di realizzare un dramma teatrale sulla sua figura e sulla sua  storia”. 


In questi nostri tempi così aridi, nei quali ogni cosa sembra effimera, nei quali spesso e volentieri la storia degli uomini, soprattutto quelli di valore, pare ridotta a breve comparsa di poche ore sui social, ecco in questi tempi scoprire la cura e la tenerezza con cui si custodisce la memoria di Franco Sergio che ha dato la sua vita per un ideale, è una cosa che riscalda l'anima e ci mostra che forse non tutto è ancora perso della nostra umanità.



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